Il 5 marzo 2011 Barry Bona e Simone Favero hanno aperto Cugi’s Corner, una nuova via sulla parete Nord Ovest del Cimon di Palantina (Gruppo Col Nudo-Cavallo, Alpago, Dolomiti)
Non poteva chiamarsi diversamente, la nuova via aperta dall’accoppiata bellunese sul Cimon di Palantina, Barry Bona e Simone Favero sono cugini di primo grado, arrampicano in cordata ormai da qualche anno, e il loro chiamarsi continuamente cugi a vicenda, desta sempre ilarità nei soci di scalata.
Con questa salita dopo la recente Questo Gioco di fantasmi aperta con Peter Moser – Bona mette in sacco anche lultima linea logica sul Cimon di Palantina, un diedro estetico e verticale, una linea che la montagna disegna da sola, senza forzature. La via è impegnativa, con un tiro di 6+ ghiaccio e un paio di passaggi duri di misto e, nelle condizioni di poco ghiaccio con cui è stata salita, le possibilità di proteggersi erano poche.
CUGIS CORNER di Simone Favero
Appuntamento consueto alla sala boulder di Puos dAlpago giovedì sera, consueto più per Barry che per me, dato che esco da tre mesi di inattività a causa di una caduta in arrampicata, e il mio non amore per il bouldering. Ma tantè, iniziamo coi traversi e il cugi propone: cugi, sabato andiamo sul Cimon?, la risposta non poteva essere che: sì, basta che tiri tu.
Ci troviamo a Tambre alle otto, un breve controllo del materiale e si parte con la macchina di Barry sino a Col Indes. Fino alle baracche Mognol avanziamo tranquilli in compagnia di qualche sci alpinista, poi è lora di mettere le ciaspe e battere traccia fin sotto la parete; la neve cambia consistenza ogni tre metri, e arrivare allattacco (due ore circa da Col Indes) è giù una sfaticata. Saliamo slegati il primo canalino che ci porta alla sosta su uno striminzito larice, le condizioni sono accettabili, nonostante il poco ghiaccio siamo felici di non dover patire per il vento: dentro al diedro fa freddo, ma almeno siamo riparati.
La via risulta più impegnativa di quanto ci aspettavamo, sette tiri continui, soste non proprio comodissime e passaggi di misto resi ancora più duri dal variare della quantità di ghiaccio; una condizione di arrampicata mista autentica, con passaggi in dry che si alternano alle goulotte formatesi lungo il diedro. Solo lultimo tiro lascia un po di respiro e spiana un pochino, assestandosi sui 65 gradi.
Per quanto mi riguarda è stata la mia prima esperienza di apertura, su condizioni di misto così mutevoli e particolari, laleatorietà data dalla scarsa possibilità di proteggersi è forse la più grossa difficoltà in ambienti così. La via è dura, considerato anche lavvicinamento e il rientro con una doppia su uno spuntone, fin dentro un canalino in cui si sprofondava nella neve sino alle spalle.
Mi piace arrampicare con Barry, vuoi per la tranquillità che trasmette, vuoi per laffetto che ci lega, riusciamo sempre a sdrammatizzare anche i momenti di tensione, specialmente in apertura dove la possibilità di infognarsi e non passare è una variabile di cui tener conto.
Arrivati in cima abbiamo risposto allurlo che Alvio (mio zio, il papà di Barry, che durante tutta la salita ci ha seguito con il teleobiettivo), il terzo di cordata appostato sul versante opposto, ci ha lanciato, è stata unemozione grandissima, che si è sciolta con un grande abbraccio una volta ritrovati alla base della parete. Arrampicare sulle montagne di casa è anche e soprattutto questo, farlo in cordata tra cugini, avendo gli stessi obiettivi e condividendo le stesse gioie è quello che per me ha realmente valore.
Simone Favero ringrazia lo sponsor tecnico CAMP Cassin
Grado
Lunghezza
Bellezza
TD+
350m
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